Siccome furono avanzati molti, e forti reclami tendenti a dimostrare, che quella dottrina corrompeva la pubblica morale, fu tenuta secondo l'uso di que' tempi una disputa a Zutz nel 1544, ove assistettero tanto i preti cattolici romani, quanto i ministri protestanti. Francesco comparve nell'assemblea, fu convinto de' suoi errori ed espulso dal paese (590).
Ma fu nelle chiese italiane stabilite nella parte meridionale delle Alpi, che quelle opinioni erano state con la maggiore attività propagate, ed avevano eccitato le più gravi discordie. L'autore, e il capo fomentatore di questi fu Camillo Renato, uomo di molto ingegno, e pari dottrina, di una mirabile acutezza di spirito, ma portato per le novità; accattabrighe, ma freddo ostinato, artificioso, insinuante. Nel tempo della sua dimora a Caspan, ebbe non molto occasione di far de' proseliti, guastò però la mente di Paravicino, presso cui dimorava in qualità di tutore. Ma nel portarsi a Chiavenna, dove i protestanti eran moltissimi, trovò [409] un campo assai esteso per seminarvi le sue particolari dottrine. Mainardi ministro in quella città della Chiesa protestante accorgendosi, che le menti di alcuni de' suoi amministrati erano corrotte, e altre scandalizzate dalle opinioni, che segretamente fra loro si comunicavano, ne tenne serio proposito con Camillo, tentando ingegnosamente di fargli cambiar principi, o di soffocarli nel suo petto. Vani riusciti tutti i suoi sforzi, ammonì prima il popolo del pericolo cui era esposto; indi in nome della sua congregazione, pubblicò una confessione di fede, in cui senza nominar Camillo condannò esplicitamente i suoi errori.
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