I celebri antitrinitarj Alciati, e Blandrata, agitarono le ceneri della recente controversia, in una loro gita ai Grigioni nel 1553, facendo viaggio dall'Italia alla Svizzera. Dopo questo, Michelangelo Florio, ministro di Soglio e Girolamo Turriano di Plurs incominciarono a distruggere la fede de' loro uditori nella dottrina del sacrifizio, ascrivendo la salvazione dell'anima unicamente alla grazia di Dio; nello stesso tempo che la divinità di Cristo era direttamente attaccata da altri, e particolarmente da Lodovico Fieri bolognese, membro della Chiesa di Chiavenna. Nel 1561 un sinodo li citò a comparire; e sanzionò certi articoli, che condannavano le loro opinioni; quali articoli furono sottoscritti da Florio, e da Turriano; ma Fieri [416] sostenendo le proprie massime fu scomunicato, e si ritirò in Moravia (599). Per altro v'erano ancora degli individui segretamente attaccati all'antitrinitarianismo che continuarono a corrispondere coi loro amici nell'altre regioni, e nel 1570 la controversia fu risuscitata, in seguito della venuta di alcuni distinti personaggi appartenenti a quella setta, che stimarono pericolosa una più lunga dimora nella Svizzera. Fra questi v'era Camillo Socini, fratello di Lelio Socino, Marcello Squarcialupo, medico di Piombino, e Nicola Camulio ricco mercante, che con gran liberalità ajutava i fautori di quella credenza (600). La loro presenza diede coraggio a Turriano per riassumere la sua antica carriera, nella quale si unì Silvio (601), ministro di Traona, con alcuni altri individui.
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