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      Gantner, uno de' ministri di Coira, sosteneva, che l'eresia non dovea esser punita dai magistrati; ma avea in Eglin suo collega un'acerrimo [418] oppositore. La disputa fu portata avanti il sinodo del 1571, che decise a favore di Eglin. Č vero, che la proposizione adottata dal sinodo riferisce agli eretici sediziosi; ma molti argomenti, su cui sembra esser fondata, e con cui fu poscia sostenuta, giustificherebbero, se avessero forza, la punizione, ed anche la pena capitale di persone solamente colpevoli di semplice eresia e per conseguenza tenderebbero a spingere coloro, che le professavano a misure di persecuzione (605).
      Quantunque sembri da quanto č stato fin qui detto, che molti esuli italiani fossero corrotti dall'arianismo, pure molti di essi ne sono stati incolpati senza la minima ragione. Zanchi stesso, che successe a Mainardi (606), non andō esente dal sospetto di qualche [419] scrittore (607), benchč fosse stato scelto dai suoi fratelli come il pių abile per combattere l'eresia, incarico, cui adempė colla pių grande abilitā. La sua protesta di non essere "nč Luterano, nč Zuingliano, nč Calvinista, ma Cristiano", mostra che la sua fede era fondata sulla parola di Dio, e non sulla sapienza, o sull'autoritā degli uomini. I sospetti insorti contro Celso Martinengo, e contro Vergerio (608), sembrano aver preso origine dall'aver sul principio preso parte con Camillo contro Mainardi, prima che di quello scoprissero i veri sentimenti. Martinengo godč in seguito della confidenza di Calvino per tutto il tempo, che fu pastore della chiesa italiana a Ginevra.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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