(619) Là trovò parecchi compatriotti, e fra gli altri il suo intimo amico Pietro Martire, con cui alla fine di quell'anno, andò in Inghilterra, in seguito dell'invito dell'arcivescovo Cranmer. Martire ottenne una cattedra [425] di professore nell'università di Oxford, mentre Ochino esercitava il suo ingegno predicando nella metropoli. Ma in conseguenza del cambiamento della religione, accaduto per la morte di Edoardo VI, nel 1554 ambedue si ritirarono, il primo a Strasburgo, il secondo a Basilea.(620) Da questa città Ochino fu chiamato al ministero della congregazione locarnese di Zurigo, al cui officio fu ammesso con tutte le solennità li 13 giugno 1555, dopo aver fatta una confessione ortodossa di fede, e giurato di osservare i riti della Chiesa elvetica, e le ordinanze de' suoi sinodi.(621)
Poco dopo lo stabilimento di Ochino, si portò a Zurigo il suo paesano Martire, per occupare la cattedra di teologia, e di lingua ebraica, che era vacante all'università colla morte del dotto Corrado Pellicani (622). Questi recò gran vantaggio alla congregazione di Locarno. Tutte le sue cure furono rivolte ad impiegare l'intera influenza, di cui godeva presso i magistrati, e i pastori della città, per giovare alla congregazione, la quale avea l'aiuto del suo retto consiglio nel condurre gli affari interni, e delle sue prediche ogni volta che Ochino era assente, o indisposto di salute (623). Perderono dunque i Locarnesi molto colla [426] sua morte accaduta il 12 novembre 1562 dopo una malattia di pochi giorni.
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