(639) Ochino perdè però finalmente la loro protezione, e stancò la loro pazienza con un'opera, che pubblicò nel corso dell'anno dopo la morte di Martire, suo concittadino. Quest'opera fu stampata privatamente non a Zurigo, ma a Basilea, e consisteva in trenta dialoghi, divisi in due parti.(640) Nella prima parte, prova, in opposizione ad un Ebreo, che Gesù è il vero Messia, e nell'argomento generale, le sue prove sono forti; ma [435] quando viene a difendere il sagrificio, e la soddisfazione di Cristo, ragiona con debolezza. Fu nella seconda parte, nella quale tratta della poligamia, e della Trinità che recò grave offesa. La prima di queste questioni è discussa in un dialogo fra Telepoligamo, avvocato della poligamia, e Ochino. Ogni argomento addotto a favore della pratica, o meditato dall'ingenuo autore, è messo in bocca del primo, che ragiona con molta posatezza, e altrettanta eloquenza, mentre Ochino risponde debole a un tempo, e laconico; e in sostanza, sebbene non in aperte parole, cede il punto controverso al supposto antagonista. I dialoghi sulla Trinità sono condotti nella stessa maniera. Alcuni scrittori persistono nel dire, che Ochino non può esser accusato d'aver sostenuto nè poligamia, nè antitrinitarismo; ma io sono di parere, che sia molto difficile di leggere imparzialmente i suoi dialoghi, senza convincersi del contrario (641).
Alcuni cittadini di Zurigo, nell'andar una volta a Basilea, sentirono dire in una pubblica società, che Zurigo era per divenir ben presto una fogna di vili eresie, siccome i loro ministri aveano già principiato a scrivere in favore della poligamia.
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