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      Avevano essi circa l'istessa epoca abbandonato l'Italia, e la loro amicizia, non interrotta mai, [448] durò fino alla morte di Martinengo. Zanchi essendo andato a Ginevra per la via de' Grigioni, aveva deciso di accompagnare Martire in Inghilterra; nel partire per quel paese, ricevè l'invito di professore di teologia nel collegio di San Tommaso a Strasburgo. Sostenne questa carica con molto credito, e pubblica soddisfazione per molti anni; fino a tanto che dopo la morte di Giacomo Sturmio, gran protettore dell'accademia, ch'era stato suo costante amico, si trovò inviluppato in una controversia con alcuni astuti luterani, guidati da Giovanni Marbach, che si offese dell'opposizione, che fece Zanchi alla loro dottrina dell'omnipresenza dell'umana natura di Cristo, e del suo insegnare la dottrina della predestinazione, e della perseveranza dei santi.(671) In mezzo alle inquietezze, che gli cagionava quella controversia, rigettò le proposizioni del nuncio papale,(672) e verso la fine del 1563. accettò l'invito per la Chiesa [449] italiana di Chiavenna.(673) Sul principio del 1568, andò all'università di Heidelberg, dove tenne cattedra dieci anni; ma vedendo, che il pregiudizio, che gli avea fatto guerra a Strasburgo, lo perseguitava anche in quella città, se ne andò via per la seconda volta, e si fermò a Neustadt, dove il conte Giovanni Casimiro, amministratore dell'elettorato palatino aveva di fresco fondata un'accademia. Morì a Heidelberg nel 1590, dove era andato per visitare i suoi amici, dell'età di anni settantasei.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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