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      .... In primo luogo, non siamo di opinione, che l'intelletto umano per sua natura sia incapace di comprendere qualunque cosa, che non sia umana, o di distinguere il bene o il male, meno che per mezzo di umano discernimento. L'umano intelletto giudica essere un male la povertą, il bisogno, l'ignominia, le perdite temporali, le malattie, la morte, e tutte infine le disgrazie di questo mondo, e riguarda per un bene le ricchezze, la gloria, la riputazione, la salute, la lunghezza della vita, e tutte le benedizioni mondane. Non sa nulla d'un Dio misericordioso, irritato, vendicativo, presciente, predestinante, e producente tutte le cose; e prova questo l'Apostolo quando dice: Perchč noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo mondo, nč di ragione, nč d'intelletto, nč di volontą, ma della libera grazia di Dio, affinchč possiamo conoscere le cose che ci sono date da Dio, e non dall'intelletto, e dalla volontą, date, dice l'Apostolo, non a causa di un merito precedente. Se sono date, debbono essere libere; che merito hanno in sč? Ho detto queste cose non con parole dotte, e di sapienza umana, nč coi segni [458] dei sofisti, ma con l'insegnamento dello Spirito comparando le cose spirituali con le spirituali medesime.
      Osservate fino a che punto quest'acciecamento di cuore, e questa stoltezza d'intelletto sono giunti. Gli uomini hanno adulterato la maestą di Dio immortale, adombrando l'immagine dell'uomo mortale, e non solo dell'uomo, ma ancora dei bruti: si sono corrotti nella loro propria schiava volontą, e stupiditą di cuore, e sono divenuti abbominevoli nelle loro pratiche; poichč la ragione umana č totalmente ignorante di Dio; nč lo comprende, nč lo ricerca; per conseguenza gli uomini hanno pensato a cose inutili, non conoscendo le cose di Dio.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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