Cerchiamo uno stabilimento nella santità, non colle nostre proprie opere, ma coi meriti di Cristo, e viviamo con gioia, e sicurezza; perchè la sua giustizia distrugge tutte le nostre mancanze di santità, e ci fa buoni, giusti e santi innanzi a Dio, il quale, quando ci vide incorporati col suo figlio per mezzo della fede, non ci riguarda più come figli di Adamo, ma ci riguarda come figli suoi proprj, e ci costituisce eredi di tutte le sue ricchezze insieme al suo legittimo figlio.
N° III.
Lettere scritte da Aonio Paleario
a sua moglie, e ai suoi figli,
la mattina stessa che fu messo a morte (686).
La nostra confraternita essendo stata chiamata domenica a notte, e portatasi lunedì 3 luglio 1570 in Tordinona (687), fu consegnato nelle mani nostre il signor [463] Aonio Paleario di Veroli, residente sul colle di Valdenza, condannato a morte nel corso di giustizia dai ministri della Santa Inquisizione, il quale essendosi confessato, ed avendo con cuore contrito domandato perdono a Dio, ed alla sua gloriosa Madre Maria Vergine, ed a tutta la corte celeste, disse, che desiderava morire da buon cristiano, e di credere tutto quello che crede la santa romana Chiesa. Non fece alcun testamento eccettuato quello, che contengono le due lettere qui appresso trascritte di suo proprio pugno, pregandoci di mandarle a sua moglie, e ai suoi figli al colle di Valdenza.
Copia dell'una lettera verbatim.
MIA CARISSIMA CONSORTE,
Io vorrei che voi non vi affliggeste della mia gioja, nè vi facesse male il mio bene.
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