Quando sarete chiamati per soddisfarli, ricorrete a Sua Eccellenza il [465] Duca, che non vi farà torto. Ho richiesto a Luca Pridio una nota di quello che mi si deve. Prendete la dote di vostra madre, educate la piccola sorella come Iddio vi farà la grazia. Salutate Aspasia, e la sorella Aonilla, mie care figlie nel Signore. La mia ora si avvicina. Lo Spirito di Dio vi consoli, e vi conservi nella sua santa grazia.
Vostro padre AONIO PALEARIORoma, 3 luglio 1570.
Soprascritta:
Alla sua carissima consorte Marietta Paleari, e ai suoi cari figli Lampidrio, e Fedro Paleari; al colle di Valdenza, nei sobborghi di Santa-Caterina.
N° IV.
Estratto di una lettera scritta in prigione da Pomponio Algieri
ai suoi fratelli nell'università di Padova (688).
Per moderare il dolore che soffrite per amor mio, sono ansioso di parteciparvi una mia consolazione, [466] affinchè possiamo rallegrarci insieme, e rendere con degl'inni grazie al Signore. Io dico quello che all'uomo parrà incredibile: io ho trovato del mele nelle viscere d'un leone; chi lo crederà? Il piacere in una spaventosa caverna, lusinghiere apparenze di vita in un tetro albergo di morte, gioja in una voragine infernale. Dove gli altri piangono, io mi rallegro; dove gli altri tremano, io sto saldo; una situazione la più deplorabile m'ha procurata la più bella delizia, la solitude una corrispondenza coi buoni, e le catene il riposo. Il mondo però deluso piuttosto che prestar fede a questi miei detti, esclamerà incredulo: "Come! pensate voi di poter soffrire le ignominie, e le minacce degl'uomini, le pene del fuoco, e del gelo, le croci, le migliaia di patimenti inseparabili dalla vostra situazione?
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