Alzate gli occhi carissimi miei, e considerate i mezzi di cui si serve Iddio. Il Signore ci ha ultimamente minacciata la peste, e l'ha minacciata per correggerci; se non lo riceviamo sguainerà la spada, e attaccherà coloro, che si sollevano contro Cristo con la spada, con la fame, e con la peste. Fratelli miei, ho scritto queste cose per vostra consolazione. Pregate Dio per me; saluto con un santo bacio i miei maestri Silvio Perzola, Giusto [471] insieme, e Fedele di Pietra, e alla persona, che si chiama Lelia, quale sebbene assente, ho conosciuta, e il signor sindaco dell'università con tutti gli altri, i di cui nomi sono scritti nel libro della vita.
Addio, miei compagni, tutti servi di Dio; addio nel Signore; pregate di cuore per me. Dal delizioso giardino della prigione Leonina, li 21 luglio 1555, il più devoto servo de' fedeli, il prigioniero
POMPONIO ALGIERI.
N°. V.
Estratto di una lettera di Carnesecchi a Flaminio (689).
Ho ricevuta la vostra lettera in cui vi diffondete, tanto istruendo, che ammonendo, sopra a quei temi da noi spesso discussi in conversazione. Vi ringrazio sinceramente, e vi sono obbligato dell'affezione, e buona volontà. che dimostrate a mio riguardo. Quando rifletto [472] agli odj crudeli, e alle discordie furenti, che hanno prodotto queste discussioni, e alla licenza con cui le parti contendenti si sono a vicenda offese, dimentiche della loro propria estimazione come pure del bene altrui, contro i precetti della carità, che vuole, che ci asteniamo dall'offendere ogni cristiano, sono incantato alla moderazione, e alla dolcezza, che avete mostrata non abusando de' vostri avversarj, nè percuotendoli con pungenti sarcasmi, ma contentandovi di dichiarare esecrabile la loro setta, e senza punto alterarvi, lodando quei fra essi, che si distinguono pei loro talenti, e sono superiori agli altri nella modestia, e nelle maniere.
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