)
(168) Buddæus, nel suo Supplemento alle lettere di Lutero (p. 74), legge: "Misit ad me virum (in vece di Vitum) fratrem siibi adoptatum", sbaglio, che è stato corretto da Walch.
(169) Melancht Epist., col. 598-835, etc. Conf. Seckend., Index I, art. Theodoricus.
(170) Venetiis, 8, 3 kal. Augusti, anno 1530. Celestini, Act. com. Aug. t. II, f. 274.
(171) Celestini, t. III, f. 18. Wolfii Lect. memorab., t. II, p. 344-5, dove è pure inserita la lettera di Melantone a Campeggio, Se veramente è scritta da lui, fu abbastanza umile.
(172) Ritteri Vita Flacii Illyrici, p. 8, apud Gerdes. Ital. Ref., p. 58, 172, 174.
(173) Egli è ordinariamente chiamato Matteo Flacio Illirico. Era il principale compilatore della storia Ecclesiastica, conosciuta sotto il titolo: Centuriae Magdeburgenses, e del Catalogus Testium Veritatis. È produzione egualmente della sua penna una prima ed anche importante opera sulla interpretazione biblica, intitolata: Clavis Sacrae Scripturae. La storia della sua vita, che abbonda d'aneddoti del suo tempo, è rarissima, ed è sotto il titolo di Historia actionum et certaminum.
(174) Laderchi, Annal. Eccl. t. XXII, f. 325. Seckendorf, lib. III, p. 404, 578, 614.
(175) Gerdes. Ital. Ref., p. 57.
(176) Melancthonis Epistolae, coll. 150-154, edit. Londini. Schelhorn (Amœn. lit. t. I, p. 422) sospetta che Melantone non fosse in tale intimità co' senatori di Venezia da dirigger loro una lettera, ed è d'opinione che fosse diretta ad Venetorum quosdam Evangelii studiosos, sotto il qual titolo comparisce pubblicata nel 1544, p. 804 nelle scelte declamationes dell'autore.
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