(566) Coxe, III, 102. De Porta, II, 286 e 287.
(567) De Porta, II, 50. Federico de Salis scrive li 20 giugno 1559. che Isabella Manrica era ancora a Chiavenna per la sua famiglia, ed era incerta se doveva restar là o portarsi altrove (Ibid, p. 343; conf. p. 170). Annibal Caro le diresse da Roma una lettera li 27 aprile 1548, quando essa era a Napoli. Dello stesso illustre autore vi sono quattro lettere al di lei figlio Giorgio Manrica, dall'ultima delle quali si rileva, che quel giovane, li 18 giugno 1562, era a Milano (Lettere famil. del commendatore Annibal Caro, t. I, p. 269, 270, 293, II, 16, 279. Edit. 1572).
(568) De Porta, II, 147-149, 264-272.
(569) De Porta II, 272-273.
(570) De Porta, II, 273-276, 283-287.
(571) De Porta, II, 287, 289, 560, 561.
(572) Benchè non eretto fino al 1584, questo collegio era stato già destinato fino dal 1563 (Zanchii Epist,, lib. II, p. 376).
(573) De Porta, t. II, P. II, p. 32, 37, 48, 53, 57-58, 332. L'erezione d'un simil seminario, ma di minor entità, senza tirare alcun'ajuto dai fondi della Valtellina, eccitò egual guerra, e servì di pretesto alla ribellione che accade poco tempo dopo (Ibid., p. 252-254, 322).
(574) De Porta, II, 280 e 281.
(575) La storia di questo martire è fatta da Celio Secondo Curio a Pantaleon (Rerum in Eccl. gest., p. 247, 249 Conf. Hieronymi Marii Eusebius Captivus, f. 105).
(576) De Porta, II, 295; VI, 486-488. La seguente notizia può aggiungersi alla già indicata relativa al duca di Mantova. "Guglielmo duca di Mantova ricusatosi di mandare a Roma alcune persone accusate di eresia, incorse il serio risentimento del papa, che minacciò di dichiarargli la guerra, se permetteva che Mantova divenisse l'asilo degli eretici.
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