1568. Bezæ Epist p. 218, 231. Zanchi, parlando di Grataroli, dice: "Nella sua patria godeva di una posizione onorevole, e di ricchezze; la sua pietà unicamente l'ha impoverito." (Epist. lib. II, p. 390.)
(655) Gerdesii Ital. Ref., p. 231, 234. De Porta, II, 35. Tiraboschi. VII, 385.
(656) Teglio tradusse in latino il principe di Machiavello. Betti fu l'autore d'una lettera alla marchesa di Pescara, e quindi amico di Fausto Socino. (Schelhorn. Dissert. de Mino Celso, p. 62. Bock, II, p. 665, 817.
(657) De Mino Celso senesi, p. 14-48.
(658) Storia, VII, 216. Una vita di Perna fu pubblicata a Lucca, nel 1763, da Domenico Maria Manni.
(659) È intitolata: "Mini Celsi Senensis, de Hæreticis capitali supplicio non afficendis lib. ann. 1584. Questa è l'edizione che ho consultata; ma l'opera fu per la prima volta stampata nel 1577. L'autore mostra di esser stato indotto a trattare la questione, perche trovò, che si agitava, nel passar che fece dai Grigioni nel 1569. Nell'opera nota la distinzione fra il regno di Cristo, e i regni secolari; esamina su questo punto la dottrina della Scrittura, produce le testimonianze dei padri, e dei riformatori in favore della opinione che sostiene, e mostra, che non è incompatibile coll'esercizio dell'autorità civile la riforma della religione. Questo ragionamento non è circoscritto alla pena capitale.
(660) Stuppani Oratio de Clio Secondo Curione, ut supra, p. 347-349.
(661) Tiraboschi, Storia, t. VII, p. 1559 1561. Ginguené, Hist. litt. d'Italie, t. VII, p. 233-236.
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