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      Dove pervenuti e posti a sedere, chi sopra all'erba che in quel luogo è freschissima, chi sopra a sedili in quelle parti ordinati sotto l'ombra d'altissimi arbori, lodò Fabrizio il luogo come dilettevole; e considerando particolarmente gli arbori e alcuno di essi non ricognoscendo stava con l'animo sopeso. Della qual cosa accortosi Cosimo, disse: - Voi per avventura non avete notizia di parte di questi arbori; ma non ve ne maravigliate, perché ce ne sono alcuni più dagli antichi, che oggi dal comune uso, celebrati. - E dettogli il nome di essi, e come Bernardo suo avolo in tale cultura si era affaticato, replicò Fabrizio: - Io pensava che fusse quello che voi dite e questo luogo e questo studio mi faceva ricordare d'alcuni principi del Regno, i quali di queste antiche culture e ombre si dilettano. - E fermato in su questo il parlare e stato alquanto sopra di sé come sospeso, soggiunse: - Se io non credessi offendere, io ne direi la mia opinione; ma io non lo credo fare, parlando con gli amici, e per disputare le cose e non per calunniarle. Quanto meglio arebbono fatto quelli, sia detto con pace di tutti, a cercare di somigliare gli antichi nelle cose forti e aspre, non nelle delicate e molli, e in quelle che facevano sotto il sole, non sotto l'ombra, e pigliare i modi della antichità vera e perfetta, non quelli della falsa e corrotta; perché, poi che questi studi piacquero ai miei Romani, la mia patria rovinò. - A che Cosimo rispose... Ma per fuggire i fastidi d'avere a repetere tante volte "quel disse e quello altro soggiunse", si noteranno solamente i nomi di chi parli, sanza replicarne altro.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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