Disse dunqueCOSIMO Voi avete aperto la via a uno ragionamento quale io desiderava, e vi priego che voi parliate sanza rispetto, perché io sanza rispetto vi domanderò; e se io, domandando o replicando, scuserò o accuserò alcuno, non sarà per scusare o per accusare, ma per intendere da voi la verità.
FABRIZIO E io sarò molto contento di dirvi quel che io intenderò di tutto quello mi domanderete; il che se sarà vero o no, me ne rapporterò al vostro giudicio. E mi sarà grato mi domandiate; perché io sono per imparare così da voi nel domandarmi, come voi da me nel rispondervi; perché molte volte uno savio domandatore fa a uno considerare molte cose e conoscerne molte altre, le quali, sanza esserne domandato, non arebbe mai conosciute.
COSIMO Io voglio tornare a quello che voi dicesti prima: che lo avolo mio e quegli vostri arebbero fatto più saviamente a somigliare gli antichi nelle cose aspre che nelle delicate; e voglio scusare la parte mia, perché l'altra lascerò scusare a voi. Io non credo ch'egli fusse, ne' tempi suoi, uomo che tanto detestasse il vivere molle quanto egli, e che tanto fusse amatore di quella asprezza di vita che voi lodate; nondimeno e' conosceva non potere nella persona sua, né in quella de' suoi figliuoli, usarla, essendo nato in tanta corruttela di secolo, dove uno che si volesse partire dal comune uso, sarebbe infame e vilipeso da ciascheduno. Perché se uno ignudo, di state, sotto il più alto sole si rivoltasse sopr'alla rena, o di verno ne' più gelati mesi sopra alla neve, come faceva Diogene, sarebbe tenuto pazzo.
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Diogene
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