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      Ma, quanto alla forza, voi avete a intendere che gli uomini che si conducono alla milizia per comandamento del principe, vi hanno a venire né al tutto forzati, né al tutto volontarii, perché tutta la volontà farebbe gli inconvenienti che io dissi di sopra: che non sarebbe deletto e sarebbono pochi quegli che andassero; e così la tutta forza partorirebbe cattivi effetti. Però si debbe prendere una via di mezzo dove non sia né tutta forza né tutta volontà, ma sieno tirati da uno rispetto ch'egli abbiano al principe, dove essi temano più lo sdegno di quello, che la presente pena; e sempre occorrerà ch'ella fia una forza in modo mescolata con la volontà, che non ne potrà nascere tale mala contentezza che faccia mali effetti. Non dico già, per questo, ch'ella non possa essere vinta, perché furono vinti tante volte gli eserciti romani, e fu vinto lo esercito d'Annibale; tale che si vede che non si può ordinare uno esercito, del quale altri si prometta che non possa essere rotto. Pertanto questi vostri uomini savi non deono misurare questa inutilità dallo avere perduto una volta, ma credere che, così come e' si perde, e' si possa vincere e rimediare alla cagione della perdita. E quando ei cercassero questo, troverebbono che non sarebbe stato per difetto del modo, ma dell'ordine che non aveva la sua perfezione; e, come ho detto, dovevano provvedervi, non con biasimare l'ordinanza, ma con ricorreggerla; il che come si debbe fare, lo intenderete di mano in mano. Quanto al dubitare che tale ordine non ti tolga lo stato mediante uno che se ne faccia capo, rispondo che l'arme in dosso a' suoi cittadini o sudditi, date dalle leggi e dall'ordine, non fecero mai danno, anzi sempre fanno utile e mantengonsi le città più tempo immaculate mediante queste armi, che sanza.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Annibale