I Romani non per altro avevano ordinato che i giovani si esercitassero in Campo Marzio, se non perché, avendo propinquo il Tevere, potessero, affaticati nello esercizio di terra, ristorarsi nella acqua e parte, nel notare, esercitarsi. Farei ancora, come gli antichi, esercitare quegli che militassono a cavallo; il che è necessarissimo, perché, oltre al sapere cavalcare sappiano a cavallo valersi di loro medesimi. E per questo avevano ordinati cavagli di legno, sopr'alli quali si addestravano, saltandovi sopra armati e disarmati, sanza alcuno aiuto e da ogni mano, il che faceva che ad un tratto e ad un cenno d'uno capitano la cavalleria era a piè, e così ad un cenno rimontava a cavallo. E tali esercizi, e di piè e di cavallo, come allora erano facili, così ora non sarebbero difficili a quella republica o a quel principe che volesse farli mettere in pratica alla sua gioventù, come per esperienza si vede in alcune città di Ponente dove si tengono vivi simili modi con questo ordine. Dividono quelle tutti i loro abitanti in varie parti, e ogni parte nominano da una generazione di quell'armi che egli usano in guerra. E perché egli usano picche, alabarde, archi e scoppietti, chiamano quelle: picchieri, alabardieri, scoppiettieri e arcieri. Conviene, adunque, a tutti gli abitanti dichiararsi in quale ordine voglia essere descritto. E perché tutti, o per vecchiezza o per altri impedimenti, non sono atti alla guerra, fanno di ciascuno ordine una scelta, e gli chiamano i Giurati; i quali ne' giorni oziosi sono obligati a esercitarsi in quell'armi dalle quali sono nominati.
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