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      Quel primo modo è più facile, questo più ordinato e vien più appunto e meglio lo puoi a tuo modo correggere; perché in quello conviene ubbidire al numero, perché cinque ti fa dieci, dieci venti, venti quaranta, tal che, con il raddoppiare per diritto, tu non puoi fare una testa di quindici né di venticinque, né di trenta, né di trentacinque, ma ti bisogna andare dove quel numero ti mena. Eppure occorre ogni dì, nelle fazioni particolari, che conviene fare testa con secento o ottocento fanti, in modo che il raddoppiare per linea retta ti disordinerebbe. Però mi piace più questo; e quella difficultà che vi è più, conviene con la pratica e con l'esercizio facilitarla. Dicovi, adunque com'egl'importa più che cosa alcuna avere i soldati che si sappiano mettere negli ordini tosto; ed è necessario tenergli in queste battaglie, esercitarvegli dentro e fargli andare forte o innanzi o indietro, passare per luoghi difficili sanza turbare l'ordine; perché i soldati che sanno fare questo bene, sono soldati pratichi, e, ancora che non avessero mai veduti nimici in viso, si possono chiamare soldati vecchi. E al contrario, quegli che non sanno tenere questi ordini, se si fussero trovati in mille guerre, si deono sempre istimare soldati nuovi. Questo è quanto al mettergli insieme, quando sono nelle file piccole, camminando. Ma messi che sono, e poi, essendo rotti per qualche accidente che nasca o dal sito o dal nimico, a fare che in uno subito si riordinino, questa è la importanza e la difficultà e dove bisogna assai esercizio ed assai pratica, e dove gli antichi mettevano assai studio.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221