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      È necessario pertanto fare due cose: prima, avere questa battaglia piena di contrassegni; l'altra, tenere sempre questo ordine: che quegli medesimi fanti stieno sempre in quelle medesime file. Verbigrazia, se uno ha cominciato a stare nella seconda, ch'egli stia di poi sempre in quella; e non solamente in quella medesima fila, ma in quello medesimo luogo; a che osservare, come ho detto, sono necessarii gli assai contrassegni. In prima, è necessario che la bandiera sia in modo contrassegnata che, convenendo con l'altre battaglie, ella si conosca da loro. Secondo, che il connestabole e i centurioni abbiano pennacchi in testa, differenti e conoscibili; e, quello che importa più, ordinare che si conoscano i capidieci. A che gli antichi avevano tanta cura, che, non ch'altro, avevano scritto nella celata il numero, chiamandoli primo, secondo, terzo, quarto, ecc. E non erano ancora contenti a questo; che de' soldati ciascuno aveva scritto nello scudo il numero della fila e il numero del luogo che in quella fila gli toccava. Sendo dunque gli uomini contrassegnati così
      e assuefatti a stare tra questi termini, è facil cosa, disordinati che fussono, tutti riordinarli subito; perché, ferma che è la bandiera, i centurioni e i capidieci possono giudicare a occhio il luogo loro, e, ridottisi i sinistri da sinistra, i destri da destra con le distanze loro consuete, i fanti, guidati dalla regola loro e dalle differenze de' contrassegni, possono essere subito ne' luoghi propri; non altrimenti che, se tu scommetti le doghe d'una botte che tu abbi contrassegnata prima, con facilità grandissima la riordini; che non l'avendo contrassegnata, è impossibile a riordinarla.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221