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      Pertanto si vede che, a volere che una cosa che tira discosto, sendo alla campagna, non ti offenda, non ci è altro rimedio che, con quanta più celerità si può, occuparla. Un'altra cagione ancora mi moveva a fare sanza trarre l'artiglieria, della quale forse voi vi riderete; pure io non giudico ch'ella sia da spregiarla. E' non è cosa che facci maggiore confusione in uno esercito che impedirgli la vista; onde che molti gagliardissimi eserciti sono stati rotti, per essere loro stato impedito il vedere o dalla polvere o dal sole. Non è ancora cosa che più impedisca la vista che 'l fumo che fa l'artiglieria nel trarla; però io crederrei che fusse più prudenza lasciare accecarsi il nimico da se stesso, che volere tu, cieco, andarlo a trovare. Però o io non la trarrei, o (perché questo non sarebbe approvato, rispetto alla riputazione che ha l'artiglieria) io la metterei in su' corni dell'esercito, acciò che, traendola, con il fumo ella non accecasse la fronte di quello; che è la 'mportanza delle mie genti. E che lo impedire la vista al nimico sia cosa utile, se ne può addurre per esemplo Epaminonda; il quale, per accecare l'esercito nimico che veniva a fare seco giornata, fece correre i suoi cavagli leggieri innanzi alla fronte de' nimici, perché levassono alta la polvere e gli impedissono la vista; il che gli dette vinta la giornata. Quanto al parervi che io abbia guidati i colpi delleartiglierie a mio modo, faccendogli passare sopra la testa de' fanti, vi rispondo che sono molte più le volte, e sanza comparazione, che l'artiglierie grosse non percuotono le fanterie, che quelle ch'elle percuotono; perché la fanteria è tanto bassa e quelle sono sì difficili a trattare, che, ogni poco che tu l'alzi, elle passano sopra la testa de' fanti; e se l'abbassi, danno in terra, e il colpo non perviene a quegli.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Epaminonda