LIBRO QUARTO
LUIGI Poiché sotto l'imperio mio si è vinto una giornata sì onorevolmente, io penso che sia bene che io non tenti più la fortuna, sappiendo quanto quella è varia e instabile. E però io desidero deporre la dittatura e che Zanobi faccia ora questo ufficio del domandare, volendo seguire l'ordine che tocchi al più giovane. E io so che non ricuserà questo onore o, vogliamo dire, questa fatica, sì per compiacermi, sì ancora per essere naturalmente più animoso di me; né gli recherà paura avere a entrare in questi travagli, dove egli potesse così essere vinto, come vincere.
ZANOBI Io sono per stare dove voi mi metterete, ancora che io stessi più volentieri ad ascoltare; perché, infino a qui, mi sono più sodisfatte le domande vostre che non mi sarieno piaciute quelle che a me, nello ascoltare i vostri ragionamenti, occorrevano. Ma io credo che sia bene, signore, che voi avanziate tempo e abbiate pazienza, se con queste nostre cerimonie vi infastidissimo.
FABRIZIO Anzi mi date piacere, perché questa variazione de' domandatori mi fa conoscere i varii ingegni e i varii appetiti vostri. Ma restavi cosa alcuna che vi paia da aggiugnere alla materia ragionata?
ZANOBI Due cose disidero, avanti che si passi ad un'altra parte: l'una, è che voi ne mostriate se altra forma di ordinare eserciti vi occorre; l'altra, quali rispetti debbe avere uno capitano prima che si conduca alla zuffa, e, nascendo alcuno accidente in essa, quali rimedii vi si possa fare.
FABRIZIO Io mi sforzerò sodisfarvi.
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Zanobi
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