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      Tra le teste poi e tra le code di questi due fianchi porrei l'altre dieci battaglie, in ogni parte cinque, ordinandole in modo che quattro se ne accostassono alla testa del fianco destro, e quattro alla coda del fianco sinistro, lasciando tra ciascuna uno intervallo di tre braccia; una poi se ne accostasse alla testa del fianco sinistro e una alla coda del fianco destro. E perché il vano che è dall'uno fianco all'altro è dugentododici braccia, e queste battaglie, che sono poste allato l'una all'altra per larghezza e non per lunghezza, verrebbero a occupare con gli intervalli centotrentaquattro braccia, verrebbe, tra le quattro
      battaglie poste in su la fronte del fianco destro e l'una posta in su quella del sinistro, a restare uno spazio di settantotto braccia; e quello medesimo spazio verrebbe a rimanere nelle battaglie poste nella parte posteriore; né vi sarebbe altra differenza se non che l'uno spazio verrebbe dalla parte di dietro verso il corno destro, l'altro verrebbe dalla parte davanti verso il corno sinistro. Nello spazio delle settantotto braccia davanti porrei tutti i veliti ordinarii: in quello di dietro gli straordinarii, che ne verrebbe ad essere mille per spazio. E volendo che lo spazio che avesse di dentro l'esercito fusse per ogni verso dugentododici braccia, converrebbe che le cinque battaglie che si pongono nella testa, e quelle che si pongono nella coda, non occupassono alcuna parte dello spazio che tengono i fianchi; e però converrebbe che le cinque battaglie di dietro toccassero, con la fronte, la coda de' loro fianchi, e quelle davanti, con la coda, toccassero le teste, in modo che sopra ogni canto di questo esercito resterebbe uno spazio da ricevere un'altra battaglia.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221