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      ZANOBI Gli istrumenti da spianare chi gli porterebbe?
      FABRIZIO I carri, a portare simili istrumenti, deputati.
      ZANOBI Io dubito che voi non condurresti mai questi vostri soldati a zappare.
      FABRIZIO Di tutto si ragionerà nel luogo suo. Per ora io voglio lasciare stare questa parte e ragionare del modo del vivere dello esercito; perché mi pare, avendolo tanto affaticato, che sia tempo da rinfrescarlo e ristorarlo con il cibo. Voi avete ad intendere che uno principe debbe ordinare l'esercito suo più espedito che sia possibile e torgli tutte quelle cose che gli aggiugnessero carico e gli facessero difficili le imprese. Tra quelle che arrecono più difficultà, sono avere a tenere provvisto l'esercito di vino e di pane cotto. Gli antichi al vino non pensavano, perché, mancandone, beevano acqua tinta con un poco d'aceto per darle sapore; donde che tra le munizioni de' viveri dello esercito era l'aceto e non il vino. Non cocevano il pane ne' forni, come si usa per le cittadi, ma provvedevano le farine; e di quelle ogni soldato a suo modo si sodisfaceva, avendo per condimento lardo e sugna; il che dava, al pane che facevano, sapore e gli manteneva gagliardi. In modo che le provvisioni di vivere per l'esercito erano farine, aceto, lardo e sugna e, per i cavagli, orzo. Avevano, per l'ordinario, branchi di bestiame grosso e minuto che seguiva l'esercito; il quale, per non avere bisogno di essere portato, non dava molto impedimento. Da questo ordine nasceva che uno esercito antico camminava alcuna volta molti giorni per luoghi solitarii e difficili sanza patire disagi di vettovaglie, perché viveva di cose che facilmente se le poteva tirare dietro.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221