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      E come lo agguato, non lo prevedendo, ti rovina, così, prevedendolo, non ti offende. Hanno gli uccegli o la polvere molte volte scoperto il nimico, perché, sempre che il nimico ti venga a trovare, farà polverio grande che ti significherà la sua venuta. Così molte volte uno capitano veggendo, ne' luoghi donde egli debbe passare, levare colombi o altri di quegli uccelli che volono in schiera, e aggirarsi e non si porre, ha conosciuto essere quivi lo agguato de' nimici e mandato innanzi sue genti; e, conosciuto quello, ha salvato sé e offeso il nimico suo. Quanto al secondo caso di esservi tirato dentro, che questi nostri chiamono essere tirato alla tratta, dèi stare accorto di non credere facilmente a quelle cose che sono poco ragionevoli ch'elle sieno, come sarebbe: se il nimico ti mettesse innanzi una preda, dèi credere che in quella sia l'amo e che vi sia dentro nascoso lo inganno. Se gli assai nimici sono cacciati da' tuoi pochi; se pochi nimici assaltono i tuoi assai; se i nimici fanno una subita fuga e non ragionevole; sempre dèi in tali casi temere di inganno. E non hai a credere mai che il nimico non sappia fare i fatti suoi; anzi, a volerti ingannare meno e a volere portare meno pericolo, quanto è più debole, quanto è meno cauto il nimico, tanto più dèi stimarlo. E hai in questo ad usare due termini diversi, perché tu hai a temerlo con il pensiero e con l'ordine; ma con le parole e con l'altre estrinseche dimostrazioni mostrare di spregiarlo, perché questo ultimo modo fa che i tuoi soldati sperano più di avere vittoria, quell'altro ti fa più cauto e meno atto ad essere ingannato.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221