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      E così qualunque atto virtuoso era da' consoli riconosciuto e premiato e, publicamente, da ciascuno lodato; e quegli che conseguitavano doni per alcuna di queste cose, oltre alla gloria e alla fama che ne acquistavano tra' soldati, poi ch'egli erano tornati nella patria, con solenni pompe e con gran dimostrazioni tra gli amici e parenti le dimostravano. Non è adunque maraviglia se quel popolo acquistò tanto imperio, avendo tanta osservanza di pena e di merito verso di quegli che, o per loro bene o per loro male operare, meritassono o lode o biasimo; delle quali cose converrebbe osservare la maggior parte. Né mi pare da tacere un modo di pena da loro osservato; il quale era che, come il reo era, innanzi al tribuno o il consolo, convinto, era da quello leggermente con una verga percosso; dopo la quale percossa, al reo era lecito fuggire e a tutti i soldati ammazzarlo; in modo che subito ciascuno gli traeva o sassi o dardi, o con altre armi lo percoteva; di qualità ch'egli andava poco vivo e radissimi ne campavano; e a quegli tali campati non era lecito tornare a casa, se non con tanti incommodi e ignominie, ch'egli era molto meglio morire. Vedesi questo modo essere quasi osservato da' Svizzeri, i quali fanno i condannati ammazzare popularmente dagli altri soldati. Il che è bene considerato e ottimamente fatto; perché, a volere che uno non sia defensore d'uno reo, il maggiore rimedio che si truovi è farlo punitore di quello; perché con altro rispetto lo favorisce e con altro disiderio brama la punizione sua, quando egli proprio ne è esecutore, che quando la esecuzione perviene ad uno altro.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Svizzeri