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      Tito Didio, avendo poche genti rispetto a quelle de' nimici e aspettando una legione da Roma e volendo i nimici ire ad incontrarla, acciò non vi andassero, dette voce per tutto il suo esercito di volere l'altro giorno fare giornata co' nimici; di poi tenne modi che alcuni de' prigioni ch'egli aveva, ebbono occasione di fuggirsi; i quali, referendo l'ordine del consolo di combattere l'altro giorno fecero che i nimici, per non diminuire le loro forze, non andarono ad incontrare quella legione; e per questa via si condusse salva; il quale modo non servì a dividere le forze de' nimici, ma a duplicare le sue. Hanno usato alcuni, per dividere le sue forze, lasciarlo entrare nel paese suo e, in pruova, lasciatogli pigliare di molte terre, acciò che, mettendo, in quelle, guardie diminuisca le sue forze; e per questa via avendolo fatto debole, assaltatolo e vinto. Alcuni altri, volendo andare in una provincia, hanno finto di volerne assaltare un'altra e usata tanta industria che, subito entrati in quella dove e' non si dubitava ch'egli entrassono, l'hanno prima vinta che 'l nimico sia stato a tempo a soccorrerla. Perché il nimico tuo, non essendo certo se tu se' per tornare indietro al luogo prima da te minacciato, è costretto non abbandonare l'uno luogo e soccorrere l'altro; e così spesso non difende né l'uno né l'altro. Importa, oltre alle cose dette, a uno capitano, se nasce sedizione o discordia tra' soldati, saperle con arte spegnere. Il migliore modo è gastigare i capi degli errori; ma farlo in modo che tu gli abbia prima oppressi che essi se ne sieno potuti accorgere.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Didio Roma