hi che non si offenda se non gli armati, e a chi getta l'armi in terra si perdoni. La quale cosa ha renduta facile la vittoria di molte città. Sono facili, oltre a questo, le città ad espugnarle, se tu giugni loro addosso imprevisto; il che si fa, trovandosi con lo esercito discosto, in modo che non si creda o che tu le voglia assaltare, o che tu possa farlo sanza che si presenta per la distanza del luogo. Donde che se tu secretamente e sollecitamente le assalti, quasi sempre ti succederà di riportarne la vittoria. Io ragiono male volentieri delle cose successe de' nostri tempi, perché di me e de' miei mi sarebbe carico a ragionare; d'altri non saprei che mi dire. Nondimeno non posso a questo proposito non addurre lo esemplo di Cesare Borgia, chiamato duca Valentino; il quale, trovandosi a Nocera con le sue genti, sotto colore di andare a' danni di Camerino si volse verso lo stato d'Urbino, ed occupò uno stato in uno giorno e sanza alcuna fatica, il quale un altro con assai tempo e spesa non arebbe appena occupato. Conviene ancora, a quegli che sono assediati, guardarsi dagli inganni e dalle astuzie del nimico; e però non si deono fidare gli assediati d'alcuna cosa che veggano fare al nimico continuamente, ma credano sempre che vi sia sotto lo inganno e che possa a loro danno variare. Domizio Calvino, assediando una terra, prese per consuetudine di circuire ogni giorno, con buona parte delle sue genti, le mura di quella. Donde credendo i terrazzani lo facesse per esercizio, allentarono le guardie; di che accortosi Domizio, gli assaltò ed espugnogli.
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