Chi ha scritto il fodero, dentro, d'una spada; altri hanno messe le lettere in uno pane crudo, e di poi cotto quello e datolo come per suo cibo a colui che le porta. Alcuni se le sono messe ne' luoghi più secreti del corpo. Altri le hanno messe in un collare d'uno cane che sia familiare di quello che le porta. Alcuni hanno scritto in una lettera cose ordinarie, e di poi, tra l'uno verso e l'altro, scritto con acque che, bagnandole e scaldandole, poi le lettere appariscano. Questo modo è stato astutissimamente osservato ne' nostri tempi; dove che, volendo alcuno significare cose da tenere secrete a' suoi amici che dentro a una terra abitavano, e non volendo fidarsi di persona, mandava scomuniche scritte secondo la consuetudine ed interlineate, come io dico di sopra, e quelle faceva alle porte de' templi suspendere; le quali conosciute da quegli che per gli contrassegni le conoscevano, erano spiccate e lette. Il quale modo è cautissimo, perché chi le porta vi può esser ingannato e non vi corre alcuno pericolo. Sono infiniti altri modi che ciascuno per sé medesimo può fingere e trovare. Ma con più facilità si scrive agli assediati, che gli assediati agli amici di fuora, perché tali lettere non le possono mandare, se non per uno che sotto ombra di fuggitivo esca della terra; il che è cosa dubbia e pericolosa quando il nimico è punto cauto. Ma quelli che mandono dentro, può quello che è mandato, sotto molti colori andare nel campo che assedia, e di quivi, presa conveniente occasione, saltare nella terra.
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