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      Il che successe loro felicemente per il lungo ozio che il sito dette loro, non avendo quel mare uscita, e non avendo quelli popoli, che affliggevano Italia, navigli da poterli infestare: talché ogni piccolo principio li poté fare venire a quella grandezza nella quale sono.
      Il secondo caso, quando da genti forestiere è edificata una città, nasce o da uomini liberi o che dependono da altri: come sono le colonie mandate o da una republica o da uno principe per isgravare le loro terre d'abitatori, o per difesa di quel paese che, di nuovo acquistato, vogliono sicuramente e sanza ispesa mantenersi; delle quali città il Popolo romano ne edificò assai, e per tutto l'imperio suo: ovvero le sono edificate da uno principe, non per abitarvi, ma per sua gloria; come la città di Alessandria, da Alessandro. E per non avere queste cittadi la loro origine libera, rade volte occorre che le facciano processi grandi, e possinsi intra i capi dei regni numerare. Simile a queste fu l'edificazione di Firenze, perché (o edificata da' soldati di Silla, o, a caso, dagli abitatori dei monti di Fiesole, i quali, confidatisi in quella lunga pace che sotto Ottaviano nacque nel mondo, si ridussero ad abitare nel piano sopra Arno) si edificò sotto l'imperio romano: né poté, ne' principii suoi, fare altri augumenti che quelli che per cortesia del principe gli erano concessi.
      Sono liberi gli edificatori delle cittadi, quando alcuni popoli, o sotto uno principe o da per sé, sono constretti, o per morbo o per fame o per guerra, a abbandonare il paese patrio, e crearsi nuova sede: questi tali, o egli abitano le cittadi che e' truovono ne' paesi ch'egli acquistano, come fe' Moises; o e' ne edificano di nuovo, come fe' Enea.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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