E i desiderii de' popoli liberi rade volte sono perniziosi alla libertà, perché e' nascono, o da essere oppressi, o da suspizione di avere ad essere oppressi. E quando queste opinioni fossero false e' vi è il rimedio delle concioni, che surga qualche uomo da bene, che, orando, dimostri loro come ei s'ingannano: e li popoli, come dice Tullio, benché siano ignoranti, sono capaci della verità, e facilmente cedano, quando da uomo degno di fede è detto loro il vero.
Debbesi, adunque, più parcamente biasimare il governo romano; e considerare che tanti buoni effetti, quanti uscivano di quella republica, non erano causati se non da ottime cagioni. E se i tumulti furano cagione della creazione de' Tribuni, meritano somma laude, perché, oltre al dare la parte sua all'amministrazione popolare, furano constituiti per guardia della libertà romana, come nel seguente capitolo si mosterrà.
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Dove più sicuramente si ponga
la guardia della libertà, o nel Popolo
o ne' Grandi; e quali hanno maggiore
cagione di tumultuare, o chi vuole
acquistare o chi vuole mantenere.
Quelli che prudentemente hanno constituita una republica, in tra le più necessarie cose ordinate da loro è stato constituire una guardia alla libertà: e, secondo che questa è bene collocata, dura più o meno quel vivere libero. E perché in ogni republica sono uomini grandi e popolari, si è dubitato nelle mani di quali sia meglio collocata detta guardia. Ed appresso a' Lacedemonii, e, ne' nostri tempi, appresso de' Viniziani, la è stata messa nelle mani de' Nobili; ma appresso de' Romani fu messa nelle mani della Plebe.
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