Pagina (41/427)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma chi vuole conoscere quello che gli scrittori liberi ne direbbono, vegga quello che dicono di Catilina. E tanto è più biasimevole Cesare, quanto più è da biasimare quello che ha fatto, che quello che ha voluto fare un male. Vegga ancora con quante laude ei celebrano Bruto; talché, non potendo biasimare quello, per la sua potenza, ei celebravano il nimico suo.
      Consideri ancora quello che è diventato principe in una republica, quanta laude, poiché Roma fu diventata Imperio, meritarono più quelli imperadori che vissero sotto le leggi e come principi buoni, che quelli che vissero al contrario: e vedrà come a Tito Nerva, Traiano, Adriano, Antonino e Marco, non erano necessari i soldati pretoriani né la moltitudine delle legioni a difenderli, perché i costumi loro, la benivolenza del Popolo, l'amore del Senato, gli difendeva. Vedrà ancora come a Caligola, Nerone, Vitellio, ed a tanti altri scelerati imperadori, non bastarono gli eserciti orientali ed occidentali a salvarli contro a quelli inimici che li loro rei costumi, la loro malvagia vita, aveva loro generati. E se la istoria di costoro fusse bene considerata, sarebbe assai ammaestramento a qualunque principe, a mostrargli la via della gloria o del biasimo, e della sicurtà o del timore suo. Perché, di ventisei imperadori che furono da Cesare a Massimino, sedici ne furono ammazzati, dieci morirono ordinariamente e se di quelli che furono morti ne fu alcun buono come Galba e Pertinace, fu morto da quella corruzione che lo antecessore suo aveva lasciata nei soldati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





Catilina Cesare Bruto Roma Imperio Tito Nerva Traiano Adriano Antonino Marco Popolo Senato Caligola Nerone Vitellio Cesare Massimino Galba Pertinace