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      Vedesi ancora, nella espugnazione della città de' Veienti, come i capitani degli eserciti si valevano della religione per tenergli disposti a una impresa; che, essendo il lago Albano, quello anno, cresciuto mirabilmente, ed essendo i soldati romani infastiditi per la lunga ossidione, e volendo tornarsene a Roma, trovarono i Romani come Apollo e certi altri risponsi dicevano che quello anno si espugnerebbe la città de' Veienti, che si derivassi il lago Albano: la quale cosa fece ai soldati sopportare i fastidi della ossidione, presi da questa speranza di espugnare la terra: e stettono contenti a seguire la impresa, tanto che Cammillo fatto Dittatore espugnò detta città, dopo dieci anni che la era stata assediata. E così la religione, usata bene, giovò e per la espugnazione di quella città, e per la restituzione del Tribunato nella Nobilità che, sanza detto mezzo, difficilmente si sarebbe condotto e l'uno e l'altro.
      Non voglio mancare di addurre a questo proposito un altro esemplo. Erano nati in Roma assai tumulti per cagione di Terentillo tribuno, volendo lui proporre certa legge, per le cagioni che di sotto, nel suo luogo, si diranno; e tra i primi rimedi che vi usò la Nobilità, fu la religione, della quale si servirono in due modi. Nel primo, fecero vedere i libri Sibillini, e rispondere come alla città, mediante la civile sedizione, soprastavano quello anno pericoli di non perdere la libertà: la quale cosa, ancora che fusse scoperta da' tribuni, nondimeno messe tanto terrore ne' petti della plebe, che la raffreddò nel seguirli.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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