Pagina (71/427)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Conchiudo pertanto, con questo discorso, che la virtù di Romolo fu tanta, che la potette dare spazio a Numa Pompilio di potere molti anni con l'arte della pace reggere Roma: ma dopo lui successe Tullo, il quale per la sua ferocità riprese la riputazione di Romolo: dopo il quale venne Anco, in modo dalla natura dotato, che poteva usare la pace e sopportare la guerra. E prima si dirizzò a volere tenere la via della pace, ma subito conobbe come i vicini, giudicandolo effeminato, lo stimavano poco: talmente che pensò che, a volere mantenere Roma, bisognava volgersi alla guerra, e somigliare Romolo, e non Numa.
      Da questo piglino esemplo tutti i principi che tengono stato; che chi somiglierà Numa, lo terrà o non terrà, secondo che i tempi o la fortuna gli girerà sotto; ma chi somiglierà Romolo, e fia come esso armato di prudenza e d'armi, lo terrà in ogni modo, se da una ostinata ed eccessiva forza non gli è tolto. E certamente si può stimare che, se Roma sortiva per terzo suo re un uomo che non sapesse con le armi renderle la sua riputazione non arebbe mai poi, o con grandissima difficultà, potuto pigliare piede, né fare quegli effetti ch'ella fece. E così, in mentre che la visse sotto i re la portò questi pericoli di rovinare sotto uno re o debole o malvagio.
     
      20
     
      Dua continove successioni di principi
      virtuosi fanno grandi effetti;
      e come le republiche bene ordinate
      hanno di necessità virtuose successioni,
      e però gli acquisti ed augumenti loro


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





Romolo Numa Pompilio Roma Tullo Romolo Roma Romolo Numa Numa Romolo Roma Dua