Però, giudicando essi che a questi tali fusse assai pena la ignominia dello avere perduto, non li vollono con altra maggiore pena sbigottire.
Uno esemplo ci è, quanto allo errore commesso non per ignoranza. Erano Sergio e Virginio a campo a Veio, ciascuno preposto a una parte dello esercito; de' quali Sergio era all'incontro donde potevono venire i Toscani, e Virginio dall'altra parte. Occorse che, sendo assaltato Sergio da' Falisci e da altri popoli, sopportò di essere rotto e fugato prima che mandare per aiuto a Virginio. E dall'altra parte Virginio, aspettando che si umiliasse, volle più tosto vedere il disonore della patria sua e la rovina di quello esercito, che soccorrerlo. Caso veramente malvagio e degno d'essere notato, e da fare non buona coniettura della Republica romana, se l'uno o l'altro non fussono stati gastigati. Vero è che, dove un'altra republica gli averebbe puniti di pena capitale, quella gli punì in denari. Il che nacque non perché i peccati loro non meritassono maggiore punizione, ma perché gli Romani vollono in questo caso, per le ragioni già dette, mantenere gli antichi costumi loro. E quando agli errori per ignoranza, non ci è il più bello esemplo che quello di Varrone: per la temerità del quale sendo rotti i Romani a Canne da Annibale, dove quella Republica portò pericolo della sua libertà; nondimeno, perché vi fu ignoranza e non malizia, non solamente non lo gastigarono ma lo onorarono; e gli andò incontro, nella tornata sua in Roma, tutto l'ordine senatorio: e non lo potendo ringraziare della zuffa, lo ringraziarono ch'egli era tornato in Roma, e non si era disperato delle cose romane.
| |
Sergio Virginio Veio Sergio Toscani Virginio Sergio Falisci Virginio Virginio Republica Romani Varrone Romani Canne Annibale Republica Roma Roma
|