In tutte queste provincie, adunque, poiché i Romani rovinorno, ed in tutte queste sette è stata quella virtù, ed è ancora in alcuna parte di esse, che si disidera, e che con vera laude si lauda. E chi nasce in quelle, e lauda i tempi passati più che i presenti, si potrebbe ingannare; ma chi nasce in Italia ed in Grecia, e non sia diventato o in Italia oltramontano o in Grecia turco, ha ragione di biasimare i tempi suoi, e laudare gli altri: perché in quelli vi sono assai cose che gli fanno maravigliosi; in questi non è cosa alcuna che gli ricomperi da ogni estrema miseria, infamia e vituperio: dove non è osservanza di religione, non di leggi, non di milizia; ma sono maculati d'ogni ragione bruttura. E tanto sono questi vizi più detestabili, quanto ei sono più in coloro che seggono pro tribunali, comandano a ciascuno, e vogliono essere adorati.
Ma tornando al ragionamento nostro, dico che se il giudicio degli uomini è corrotto in giudicare quale sia migliore, o il secolo presente o l'antico, in quelle cose dove per l'antichità e' non ne ha possuto avere perfetta cognizione come egli ha de' suoi tempi; non doverebbe corrompersi ne' vecchi nel giudicare i tempi della gioventù e vecchiezza loro avendo quelli e questi equalmente conosciuti e visti. La quale cosa sarebbe vera, se gli uomini per tutti i tempi della lor vita fossero di quel medesimo giudizio, ed avessono quegli medesimi appetiti: ma variando quegli ancora che i tempi non variino, non possono parere agli uomini quelli medesimi, avendo altri appetiti, altri diletti, altre considerazioni nella vecchiezza, che nella gioventù. Perché, mancando gli uomini, quando gl'invecchiano, di forze, e crescendo di giudizio e di prudenza, è necessario che quelle cose che in gioventù parevano loro sopportabili e buone, rieschino poi, invecchiando, insopportabili e cattive; e dove quegli ne doverrebbono accusare il giudizio loro, ne accusano i tempi.
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