Moisè ancora chiamò Giudea quella parte di Soria occupata da lui. E perché io ho detto, di sopra, che qualche volta tali popoli sono cacciati dalla propria sede per guerra, donde sono constretti cercare nuove terre; ne voglio addurre lo esemplo de' Maurusii, popoli anticamente in Soria: i quali, sentendo venire i popoli ebraici, e giudicando non potere loro resistere, pensarono essere meglio salvare loro medesimi, e lasciare il paese proprio, che, per volere salvare quello, perdere ancora loro; e levatisi con loro famiglie, se ne andarono in Africa, dove posero la loro sedia, cacciando via quelli abitatori che in quegli luoghi trovarono. E così quegli che non avevano potuto difendere il loro paese, potettono occupare quello d'altrui. E Procopio, che scrive la guerra che fece Belisario coi Vandali, occupatori della Africa, riferisce avere letto lettere scritte in certe colonne, ne' luoghi dove questi Maurusii abitavano, le quali dicevano: «Nos Maurusii, qui fugimus a facie Jesu latronis filii Navae». Dove apparisce la cagione della partita loro di Soria. Sono, pertanto, questi popoli formidolosissimi, sendo cacciati da una ultima necessità; e se e' non riscontrano buone armi, non mai saranno sostenuti. Ma quando quegli che sono costretti abbandonare la loro patria non sono molti, non sono sì pericolosi come quelli popoli di chi si è ragionato; perché non possono usare tanta violenza, ma conviene loro con arte occupare qualche luogo, e, occupatolo, mantenervisi per via d'amici e di confederati: come si vede che fece Enea, Didone, i Massiliesi e simili; i quali tutti, per consentimento de' vicini, dov'e' posono, poterono mantenervisi.
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