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      Questi tali soldati, vinto ch'eglino hanno, il più delle volte predano così colui che gli ha condotti, come colui contro a chi e' sono condotti; e lo fanno o per malignità del principe che gli manda, o per ambizione loro. E benché la intenzione de' Romani non fusse di rompere l'accordo e le convenzioni avevano fatto co' Capovani; non per tanto la facilità che pareva a quegli soldati di opprimergli fu tanta, che gli potette persuadere a pensare di tôrre a' Capovani la terra e lo stato. Potrebbesi di questo dare assai esempli, ma voglio mi basti questo, e quello de' Regini, a' quali fu tolto la vita e la terra da una legione che i Romani vi avevano messa in guardia. Debbe, dunque, un principe o una republica pigliare prima ogni altro partito, che ricorrere a condurre nello stato suo per sua difesa genti ausiliarie, quando al tutto e' si abbia a fidare sopra quelle; perché ogni patto, ogni convenzione, ancora che dura, ch'egli arà col nimico gli sarà più leggieri che tale partito. E se si leggeranno bene le cose passate, e discorrerannosi le presenti, si troverrà, per uno che ne abbi avuto buono fine, infiniti esserne rimasi ingannati.
      Ed un principe o una republica ambiziosa non può avere la maggiore occasione di occupare una città o una provincia, che essere richiesto che mandi gli eserciti suoi alla difesa di quella. Pertanto, colui che è tanto ambizioso che, non solamente per difendersi ma per offendere altri, chiama simili aiuti, cerca d'acquistare quello che non può tenere, e che, da quello che gliene acquista, gli può facilmente essere tolto.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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