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      Hanno dunque i buoni principi di eserciti, ed i buoni governatori di republica, a fare ogni opportuno rimedio, che queste ingiurie e rimproveri non si usino o nella città o nello esercito suo, né infra loro, né contro al nimico: perché, usati contro al nimico, ne riescono gl'inconvenienti soprascritti; infra loro, farebbero peggio, non vi si riparando, come vi hanno sempre gli uomini prudenti riparato. Avendo le legioni romane, state lasciate a Capova, congiurato contro a' Capovani, come nel suo luogo si narrerà; ed essendone di questa congiura nata una sedizione, la quale fu poi da Valerio Corvino quietata, intra le altre constituzioni che nella convenzione si fece ordinarono pene gravissime a coloro che rimproverassero mai a alcuni di quegli soldati tale sedizione. Tiberio Gracco, fatto, nella guerra di Annibale, capitano sopra certo numero di servi che i Romani, per carestia d'uomini, avevano armati, ordinò, intra le prime cose, pena capitale a qualunque rimproverasse la servitù a alcuno di loro. Tanto fu stimato dai Romani, come di sopra si è detto, cosa dannosa il vilipendere gli uomini ed il rimproverare loro alcuna vergogna; perché non è cosa che accenda tanto gli animi loro, né generi maggiore isdegno, o da vero o da beffe che si dica: «Nam facetiae asperae, quando nimium ex vero traxere, acrem sui memoriam relinquunt».
     
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      Ai principi e republiche prudenti
      debbe bastare vincere;
      perché, il più delle volte,
      quando e' non basta, si perde.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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