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      Ma, sendo poi fatto Consolo, e mandato allo incontro di Annibale, prese il soprascritto partito, il quale fu pericolosissimo, talmente che Roma stette tutta dubbia e sollevata infino a tanto che vennono le nuove della rotta di Asdrubale. Ed essendo poi domandato Claudio, per quale cagione avesse preso sì pericoloso partito, dove sanza una estrema necessità egli aveva giucato quasi la libertà di Roma; rispose che lo aveva fatto perché sapeva che, se gli riusciva, riacquistava quella gloria che si aveva perduta in Ispagna; e se non gli riusciva, e che questo suo partito avesse avuto contrario fine, sapeva come e' si vendicava contro a quella città ed a quegli cittadini che lo avevano tanto ingratamente ed indiscretamente offeso. E quando queste passioni di tali offese possono tanto in uno cittadino romano, e in quegli tempi che Roma ancora era incorrotta, si debbe pensare quanto elle possano in uno cittadino d'un'altra città che non sia fatta come era allora quella. E perché a simili disordini che nascano nelle republiche non si può dare certo rimedio, ne seguita che gli è impossibile ordinare una republica perpetua, perché per mille inopinate vie si causa la sua rovina.
     
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      Nessuna cosa è più degna d'uno capitano,
      che presentire i partiti del nimico.
     
     
      Diceva Epaminonda tebano, nessuna cosa essere più necessaria e più utile ad uno capitano, che conoscere le diliberazioni e' partiti del nimico. E perché tale cognizione è difficile, merita tanto più laude quello che adopera in modo che le coniettura.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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