Il che sentendo i Fiorentini, diliberarono soccorrere Marradi, e non diminuire le forze avevano in quel di Pisa; e fatte nuove fanterie, ed ordinate nuove genti a cavallo, le mandarono a quella volta: delle quali ne furono capi Iacopo IV d'Appiano, signore di Piombino, ed il conte Rinuccio da Marciano. Sendosi adunque, condotte queste genti in su il colle sopra Marradi, si levarono i nimici d'intorno a Castiglione, e ridussersi tutti nel borgo. Ed essendo stato l'uno e l'altro di questi due eserciti a fronte qualche giorno, pativa l'uno e l'altro assai e di vettovaglie e d'ogni altra cosa necessaria: e non avendo ardire l'uno d'affrontare l'altro, né sappiendo i disordini l'uno dell'altro, deliberarono in una sera medesima l'uno e l'altro di levare gli alloggiamenti la mattina vegnente, e ritirarsi in dietro; il Viniziano verso Bersighella e Faenza, il Fiorentino verso Casaglia e il Mugello. Venuta adunque la mattina, ed avendo ciascuno de' campi incominciato ad avviare i suoi impedimenti; a caso una donna si partì del borgo di Marradi, e venne verso il campo fiorentino, sicura per la vecchiezza e per la povertà, desiderosa di vedere certi suoi che erano in quel campo: dalla quale intendendo i capitani delle genti fiorentine, come il campo viniziano partiva, si fecero, in su questa nuova, gagliardi; e mutato consiglio, come se gli avessono disalloggiati i nimici, ne andarono sopra di loro, e scrissero a Firenze avergli ributtati e vinta la guerra. La quale vittoria non nacque da altro che dallo avere inteso prima dei nimici come e' se n'andavano: la quale notizia, se fusse prima venuta dall'altra parte, arebbe fatto contro a' nostri il medesimo effetto.
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