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      Ma parlo di quella fraude che si usa con quel nimico che non si fida di te, e che consiste proprio nel maneggiare la guerra; come fu quella di Annibale quando in sul lago di Perugia simulò la fuga per rinchiudere il Consolo e lo esercito romano, e quando, per uscire di mano di Fabio Massimo, accese le corna dello armento suo.
      Alle quali fraudi fu simile questa che usò Ponzio capitano dei Sanniti, per rinchiudere lo esercito romano dentro alle Forche Caudine: il quale, avendo messo lo esercito suo a ridosso de' monti, mandò più suoi soldati sotto veste di pastori con assai armento per il piano; i quali sendo presi dai Romani, e domandati dove era lo esercito de' Sanniti, convennono tutti, secondo l'ordine dato da Ponzio, a dire come egli era allo assedio di Nocera. La quale cosa, creduta dai Consoli, fece che ei si rinchiusono dentro ai balzi caudini; dove entrati, furono subito assediati dai Sanniti. E sarebbe stata questa vittoria, avuta per fraude, gloriosissima a Ponzio, se egli avesse seguitati i consigli del padre il quale voleva che i Romani o ei si salvassono liberamente o ei si ammazzassono tutti, e che non si pigliasse la via del mezzo, «quae, neque amicos parat neque inimicos tollit». La quale via fu sempre perniziosa nelle cose di stato come di sopra in altro luogo si discorse.
     
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      Che la patria si debbe difendere
      o con ignominia o con gloria;
      ed in qualunque modo è bene difesa.
     
     
      Era, come di sopra si è detto, il Consolo e lo esercito romano assediato da' Sanniti: i quali avendo posto ai Romani condizioni ignominiosissime (come era volergli mettere sotto il giogo, e disarmati rimandargli a Roma), e per questo stando i Consoli come attoniti, e tutto lo esercito disperato; Lucio Lentolo, legato romano, disse che non gli pareva che fosse da fuggire qualunque partito per salvare la patria: perché, consistendo la vita di Roma nella vita di quello esercito, gli pareva da salvarlo in ogni modo; e che la patria è bene difesa in qualunque modo la si difende, o con ignominia o con gloria: perché, salvandosi quello esercito, Roma era a tempo a cancellare la ignominia; non si salvando, ancora che gloriosamente morisse, era perduto Roma e la libertà sua.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
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