Questi, dopo alcune zuffe fatte a' confini dello Imperio, per concessione delli imperadori molto tempo tennono la loro sedia sopra il fiume del Danubio; e avvenga che, per varie cagioni e in varii tempi, molte volte le provincie romane assalissero, sempre nondimento furono dalla potenza delli imperadori raffrenati. E l'ultimo che gloriosamente gli vinse fu Teodosio; talmente che, essendo ridutti alla ubbidienzia sua, non rifeciono sopra di loro alcuno re; ma, contenti allo stipendio concesso loro, sotto il governo e le insegne di quello vivevano e militavano. Ma venuto a morte Teodosio e rimasi Arcadio e Onorio suoi figliuoli eredi dello Imperio, ma non della virtù e fortuna sua, si mutorono, con il principe, i tempi. Erano da Teodosio preposti alle tre parti dello Imperio tre governatori: Ruffino alla orientale, alla occidentale Stillicone, e Gildone alla affricana; i quali tutti, dopo la morte del principe, pensorono, non di governare, ma come principi possederle. Dei quali Gildone e Ruffino ne' primi loro principii furono oppressi; ma Stillicone, sapendo meglio celare lo animo suo, cercò di acquistarsi fede con i nuovi imperadori, e dall'altra parte turbare loro in modo lo stato, che gli fusse più facile di poi lo occuparlo. E per fare loro nimici i Visigoti, gli consigliò non dessero più loro la consueta provisione. Oltra di questo, non gli parendo che a turbare lo Imperio questi nimici bastassero, ordinò che i Burgundi, Franchi, Vandali e Alani, popoli medesimamente settentrionali, e già mossi per cercare nuove terre, assalissero le provincie romane.
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