Ma fu ritenuto dalla rebellione di Parma; dalla impresa della quale sendo ributtato, se ne andò in Toscana, e di quivi in Sicilia, dove si morì. E lasciò in Svevia Currado suo figliuolo, e in Puglia Manfredi, nato di concubina, il quale aveva fatto duca di Benevento. Venne Currado per la possessione del Regno, e arrivato a Napoli si morì; e di lui rimase Curradino piccolo, che si trovava nella Magna. Pertanto Manfredi, prima, come tutore di Curradino, occupò quello stato; di poi, dando nome che Curradino era morto, si fece re, contro alla voglia del Papa e de' Napoletani, i quali fece acconsentire per forza. Mentre che queste cose nel Regno si travagliavano, seguirono in Lombardia assai movimenti intra la parte guelfa e ghibellina. Per la guelfa era uno legato del Papa; per la ghibellina Ecelino, il quale possedeva quasi tutta la Lombardia di là dal Po. E perché, nel trattare la guerra, se gli ribellò Padova, fece morire dodici mila Padovani; e lui, avanti che la guerra terminasse, fu morto, che era di età di ottanta anni; dopo la cui morte tutte le terre possedute da lui diventorono libere. Seguitava Manfredi re di Napoli le inimicizie contro alla Chiesa secondo i suoi antinati, e tenea il Papa, che si chiamava Urbano IV, in continue angustie; tanto che il Pontefice, per domarlo, gli convocò la crociata contro, e ne andò ad aspettare le genti a Perugia. E parendogli che le genti venissero poche, deboli e tarde, pensò che a vincere Manfredi bisognassero più certi aiuti; e si volse per i favori in Francia, e creò re di Sicilia e di Napoli Carlo d'Angiò, fratello di Lodovico re di Francia, e lo citò a venire in Italia a pigliare quel regno.
| |
Parma Toscana Sicilia Svevia Currado Puglia Manfredi Benevento Currado Regno Napoli Curradino Magna Manfredi Curradino Curradino Papa Napoletani Regno Lombardia Papa Ecelino Lombardia Padova Padovani Manfredi Napoli Chiesa Papa Urbano IV Pontefice Perugia Manfredi Francia Sicilia Napoli Carlo Angiò Lodovico Francia Italia
|