Restato adunque Maffeo Visconti come principe in Milano, rimasono, dopo lui, Galeazzo e Azzo; e dopo costoro, Luchino e Giovanni. Diventò Giovanni arcivescovo in quella città; e di Luchino, il quale morì avanti a lui, rimasero Bernabò e Galeazzo; ma morendo ancora, poco di poi, Galeazzo, rimase di lui Giovan Galeazzo, detto Conte di Virtù. Costui, dopo la morte dello Arcivescovo, con inganno ammazzò Bernabò suo zio e restò solo principe di Milano; il quale fu il primo che avesse il titulo di duca. Di costui rimase Filippo e Giovanmariagnolo; il quale sendo morto da il popolo di Milano, rimase lo stato a Filippo, del quale non rimase figliuoli maschi; donde che quello stato si transferì dalla casa de' Visconti a quella degli Sforzeschi, nel modo e per le ragioni che nel suo luogo si narreranno.
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Ma tornando donde io mi parti', Lodovico imperadore, per dare riputazione alla parte sua e per pigliare la corona, venne in Italia; e trovandosi in Milano, per avere cagione di trarre danari da' Milanesi, mostrò di lasciargli liberi, e misse i Visconti in prigione; di poi, per mezzo di Castruccio da Lucca, gli liberò; e andato a Roma, per potere più facilmente perturbare la Italia, fece Piero della Corvara antipapa; con la reputazione del quale, e con la forza de' Visconti, disegnava tenere inferme le parti contrarie di Toscana e di Lombardia. Ma Castruccio morì; la quale morte fu cagione del principio della sua rovina; perché Pisa e Lucca se gli ribellorono, e i Pisani mandorono l'Antipapa prigione al Papa in Francia; in modo che lo Imperadore, disperato delle cose di Italia, se ne tornò nella Magna.
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