Ma ne avvenne il contrario, perché fu ricevuto, non gastigato da quello; e a messer Veri convenne, volendo salvarsi, fuggire; perché messer Corso, sforzata che gli ebbe la porta a Pinti, fece testa a San Piero Maggiore, luogo propinquo alle sue case; e ragunato assai amici e popolo, che desideroso di cose nuove vi concorse, trasse, la prima cosa, delle carcere qualunque o per publica o per privata cagione vi era ritenuto; sforzò i Signori a tornarsi privati alle case loro, ed elesse i nuovi, popolani e di parte nera; e per cinque giorni si attese a saccheggiare quelli che erano i primi di parte bianca. I Cerchi e gli altri principi della setta loro erano usciti della città e ritirati ai loro luoghi forti, vedendosi Carlo contrario e la maggiore parte del popolo nimico; e dove prima ei non avevano mai voluto seguitare i consigli del Papa, furono forzati a ricorrere a quello per aiuto, mostrandogli come Carlo era venuto per disunire, non per unire Firenze. Onde che il Papa di nuovo vi mandò suo legato messer Matteo d'Acquasparta; il quale fece fare la pace intra i Cerchi e i Donati, e con matrimoni e nuove nozze la fortificò, e volendo che i Bianchi ancora degli uffizi participassino, i Neri, che tenevano lo stato, non vi consentirono; in modo che il Legato non si partì con più sua sodisfazione né meno irato che l'altra volta; e lasciò la città, come disubidiente, interdetta.
20
Rimase per tanto in Firenze l'una e l'altra parte, e ciascuna malcontenta: i Neri, per vedersi la parte nimica appresso, temevano che la non ripigliasse, con la loro rovina, la perduta autorità e i Bianchi si vedevano mancare della autorità e onori loro.
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