Tornato di poi a' Signori, persuase loro che non volessero vincere con il sangue de' suoi cittadini, e che non gli volessero, non uditi, giudicare; e tanto operò, che, di consenso de' Signori, i Bardi e i Frescobaldi, con i loro amici, abbandonarono la città, e senza essere impediti alle castella loro si ritornarono. Partitisi costoro e disarmatosi il popolo, i Signori solo contro a quelli che avevano della famiglia de' Bardi e Frescobaldi prese le armi procederono; e per spogliarli di potenza, comperorono dai Bardi il castello di Mangona e di Vernia, e per legge providono che alcuno cittadino non potesse possedere castella propinque a Firenze a venti miglia. Pochi mesi di poi fu decapitato Stiatta Frescobaldi, e molti altri di quella famiglia fatti ribelli. Non bastò a quelli che governavano avere i Frescobaldi e i Bardi superati e domi; ma come fanno quasi sempre gli uomini, che quanto più autorità hanno peggio la usano e più insolenti diventano, dove prima era uno capitano di guardia che affliggeva Firenze, ne elessono uno ancora in contado, e con grandissima autorità, acciò che gli uomini a loro sospetti non potessero né in Firenze né di fuora abitare; e in modo si concitorono contro tutti i nobili, ch'eglino erano apparecchiati a vendere la città e loro, per vendicarsi, e aspettando la occasione, la venne bene, e loro la usorono meglio.
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Era, per i molti travagli i quali erano stati in Toscana e in Lombardia, pervenuta la città di Lucca sotto la signoria di Mastino della Scala, signore di Verona; il quale, ancora che per obligo la avesse a consegnare ai Fiorentini, non la aveva consegnata, perché, essendo signore di Parma, giudicava poterla tenere, e della fede data non si curava.
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