A questo romore armò il Duca il Palagio, e i suoi, che erano in diverse parti alloggiati, salirono a cavallo per ire in Piazza, e per la via furono in molti luoghi combattuti e morti; pure circa trecento cavagli vi si condussono. Stava il Duca dubio s'egli usciva fuori a combattere i nimici, o se, dentro, il Palagio difendeva. Dall'altra parte i Medici, Cavicciuli, Rucellai e altre famiglie state più offese da quello, dubitavano che, s'egli uscisse fuora, molti che gli avieno preso l'armi contro non se gli scoprissero amici, e desiderosi di torgli la occasione dello uscire fuora e dello accrescere le forze, fatto testa, assalirono la Piazza. Alla giunta di costoro, quelle famiglie popolane che si erano per il Duca scoperte, veggendosi francamente assalire, mutorono sentenza, poi che al Duca era mutata fortuna, e tutte si accostorono a' loro cittadini, salvo che messer Uguccione Buondelmonti, che se ne andò in Palagio, e messer Giannozzo Cavalcanti il quale, ritiratosi con parte de' suoi consorti in Mercato Nuovo, salì alto sopra un banco, e pregava il popolo che armato andava in Piazza, che in favore del Duca vi andasse; e per sbigottirgli accresceva le sue forze, e gli minacciava che sarebbono tutti morti, se, ostinati, contro al Signore seguissero la impresa: né trovando uomo che lo seguitasse, né che della sua insolenza lo gastigasse veggendo di affaticarsi invano, per non tentare più la fortuna, dentro alle sue case si ridusse. La zuffa intanto, in Piazza, intra il popolo e le genti del Duca, era grande; e benché questa il Palagio aiutasse, furono vinte; e parte di loro si missono nella podestà de' nimici, parte, lasciati i cavagli, in Palagio si fuggirono.
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