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      Dopo le quali deliberazioni, i nuovi Signori si publicorono, de' quali era gonfaloniere Luigi Guicciardini; per i quali si prese speranza di fermare i tumulti, parendo a ciascuno che fussero uomini pacifici e della quiete comune amatori.
     
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      Non di meno non si aprivono le botteghe, e i cittadini non posavano le armi, e guardie grandi per tutta la città si facevano; per la qual cosa i Signori non presono il magistrato fuora del Palagio, con la solita pompa, ma dentro, sanza osservare alcuna cerimonia. Questi Signori giudicorono niuna cosa essere più utile da farsi, nel principio del loro magistrato, che pacificare la città; e però feciono posare le armi, aprire le botteghe, partire di Firenze molti del contado stati chiamati da' cittadini in loro favore; ordinorono in di molti luoghi della città guardie: di modo che, se gli ammuniti si fussero potuti quietare, la città si sarebbe quietata. Ma eglino non erano contenti di aspettare tre anni a riavere gli onori; tanto che, a loro sodisfazione, le Arti di nuovo si ragunorono e ai Signori domandorono che, per bene e quiete della città, ordinassero che qualunque cittadino, in qualunque tempo, de' Signori, di Collegio, Capitano di parte, o Consolo di qualunque Arte fusse stato, non potesse essere ammunito per ghibellino; e di più, che nuove imborsazioni nella parte guelfa si facessero, e le fatte si ardessero. Queste domande, non solamente dai Signori, ma subito da tutti i Consigli furono accettate; per il che parve che i tumulti, che già di nuovo erano mossi, si fermassero.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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