Pagina (165/526)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma perché agli uomini non basta ricuperare il loro, che vogliono occupare quello d'altri e vendicarsi, quelli che speravano ne' disordini mostravano agli artefici che non sarebbono mai sicuri, se molti loro nimici non erano cacciati e destrutti. Le quali cose presentendo i Signori, feciono venire avanti a loro i magistrati delle Arti insieme con i loro sindachi; ai quali Luigi Guicciardini gonfaloniere parlò in questa forma: - Se questi Signori, e io insieme con loro, non avessimo, buon tempo è, cognosciuta la fortuna di questa città, la quale fa che, fornite le guerre di fuora, quelle di dentro cominciono, noi ci saremmo più maravigliati de' tumulti seguiti, e più ci arebbono arrecato dispiacere. Ma perché le cose consuete portono seco minori affanni, noi abbiamo i passati romori con pazienza sopportati, sendo massimamente senza nostra colpa incominciati, e sperando quelli, secondo lo esemplo de' passati, dovere avere qualche volta fine, avendovi di tante e sì gravi domande compiaciuti; ma presentendo come voi non quietate, anzi volete che a' vostri cittadini nuove ingiurie si faccino, e con nuovi esili si condannino, cresce, con la disonestà vostra, il dispiacere nostro. E veramente, se noi avessimo creduto che, ne' tempi del nostro magistrato, la nostra città, o per contrapporci a voi o per compiacervi, avesse a rovinare, noi aremmo con la fuga o con lo esilio fuggito questi onori; ma sperando avere a convenire con uomini che avessero in loro qualche umanità, e alla loro patria qualche amore, prendemmo il magistrato volentieri, credendo, con la nostra umanità, vincere in ogni modo l'ambizione vostra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





Arti Luigi Guicciardini