La passata sua spaurì assai i Fiorentini; perché Carlo, secondo il costume degli amici vecchi, chiedeva da loro aiuti, e Lodovico domandava, come fa chi cerca le amicizie nuove, si stessero di mezzo. Donde i Fiorentini, per mostrare di sodisfare a Lodovico e aiutare Carlo, rimossono dai loro soldi messer Giovanni Aguto, e a papa Urbano, che era di Carlo amico, lo ferono condurre: il quale inganno fu facilmente da Lodovico cognosciuto, e si tenne assai ingiuriato da i Fiorentini. E mentre che la guerra intra Lodovico e Carlo, in Puglia, si travagliava, venne di Francia nuova gente in favore di Lodovico; la quale, giunta in Toscana, fu dai fuori usciti aretini condotta in Arezzo, e trattane la parte che per Carlo governava. E quando disegnavano mutare lo stato di Firenze come eglino avevono mutato quello di Arezzo, seguì la morte di Lodovico, e le cose, in Puglia e in Toscana, variorono con la fortuna l'ordine, perché Carlo si assicurò di quel regno che gli aveva quasi che perduto, e i Fiorentini, che dubitavano di potere difendere Firenze, acquistorono Arezzo, perché da quelle genti che per Lodovico lo tenevono lo comperorono. Carlo adunque, assicurato di Puglia, ne andò per il regno di Ungheria, il quale per eredità gli perveniva, e lasciò la moglie in Puglia, con Ladislao e Giovanna suoi figliuoli ancora fanciulli, come nel suo luogo dimostrammo. Acquistò Carlo l'Ungheria; ma poco di poi vi fu morto.
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Fecesi di quello acquisto, in Firenze, allegrezza solenne, quanta mai in alcuna città per alcuna propria vittoria si facesse: dove la publica e la privata magnificenza si cognobbe, per ciò che molte famiglie a gara con il pubblico festeggiorono.
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